Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Della Casa, Giovanni
Titolo
Lettera a [Guido Ascanio] Camerlengo [Sforza]
Data
Venezia, 25 settembre 1546
Descrizione
Ha saputo che alcuni prelati stanno andando a Trento, ma le uniche risposte che ha avuto sono da "Rustici [?], Limissò et Curzola [il vescovo di Limissò, odierna Limassol, era Andrea Zantino, poi accusato di eresia. Il vescovo di Curzola, odierna Korula, era Marco Malipiero] che scrivono di andar, et l'Arcivescovo di Siena [Francesco Bandini] che si scusa con lo essere malato di disenteria". Sulla causa di Ceneda [il vescovo di Ceneda Marino Grimani aveva emanato un proclama che obbligava a non ricorrere più in appello a Venezia, arrogandosi quindi la piena giurisdizione sulla città], ripete che non perderà occasione per giovarvi. Gli imperiali sostengono che l'uomo mandato da Sua Maestà [Carlo V d'Asburgo] arriverà fra quattro giorni: il Casa ritiene che prolungheranno la cosa fino alla scadenza dell'intero pagamento, così da mandare all'esercito la somma completa [cfr. Lorenzo Campana, Monsignor Della Casa e i suoi tempi, in "Studi Storici", XVI (1907), pp. 376 e segg.]. L'indulgenza è stata pubblicata e ricevuta senza problemi, nonostante in alcuni luoghi si dica che i senatori non avevano dato al Casa la possibilità di leggerla. Promette che aiuterà Monsignor Cornaro [Andrea, ves+K7covo di Brescia] in ogni cosa che egli chiederà di fare contro gli eretici bresciani. Ha saputo che nella parte delle lettere da Costantinopoli tenuta segreta è scritto che la licenza chiesta dall'ambasciatore francese [Gabriel de Luetz, Baron et Seigneur d'Aramon et de Vallabregues, ambasciatore francese nell'Impero Ottomano] al Signore [il Sultano Solimano il Magnifico] è finta, ma egli in realtà è mandato dal Sultano stesso per affari sconosciuti. Secondo i veneziani, il suo compito è convincere il Re [di Francia, Francesco I di Valois] a muovere guerra, a tempo debito, contro Carlo V. Il Balio [di Costantinopoli Alessandro Contarini], davanti ai grandi preparativi bellici che si facevano nell'Impero Ottomano, sostiene che se i ministri di Cesare [l’Imperatore] sapranno convincere il Turco [il Sultano] che il loro signore non intende dargli noia, costui non gli farà guerra in alcun modo. È arrivato a Venezia un certo Hippolito Giliolo, cavallerizzo [membro della scorta] del duca di Ferrara [Ercole II d'Este], diretto a Costantinopoli, a suo dire per sollazzo personale. Gli imperiali dicono però che porta lettere del Re [di Francia, Francesco I di Valois], il quale si è stupito molto dell'andata di uomini di Carlo V a Costantinopoli all'insaputa dei francesi. Durante il trattamento della "suspension dell'arme fatta l'anno passato" [ovvero la tregua tra Solimano e Carlo V, mediata da Francesco I, stipulata nel 1545 dopo l'assedio di Esztergom e la sua conquista da parte dei turchi, cfr. André Clot, Solimano il Magnifico, Milano, Rizzoli, 1986, pp. 105-106-107], infatti, Solimano aveva detto "che havendosi a negotiar di poi tregua o altro, che tutto volea passasse per mano di Francia". Gli imperiali si dolgono di Francesco I perché sono convinti che il ferrarese porti lettere con cui impedire il dialogo tra Solimano e i loro ministri. Le ultime lettere dall'esercito raccontano che l'Imperatore è sollevato per l'arrivo del Conte di Buren [Maximiliaan van Egmont] e che al Langravio [Filippo d'Assia] era giunto un presidio di 10000 fanti. Gli imperiali hanno lettere simili, solo più scettiche sui rinforzi al Langravio. Aggiungono che erano giunti a Carlo V ambasciatori del conte Palatino [Volfgango del Palatinato-Zweibrücken].
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=10813
Nomi
  • [Mittente] Della Casa, Giovanni
  • [Destinatario] Camerlengo [Sforza], [Guido Ascanio]

Data indicizzazione: 09 ottobre 2021