Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Della Casa, Giovanni
Titolo
Lettera a Alessandro Farnese
Data
Venezia, 10 ottobre 1546
Descrizione
Nelle ultime lettere, il Casa ha scritto che aveva saputo che Piero Strozzi era andato nel campo del Langravio [Filippo d'Assia], con licenza del Re [di Francia, Francesco I di Valois], ma senza suo preciso ordine, solo "per suo [dello Strozzi] contento di veder questa guerra". Ora è però venuto a sapere che il Priore [di Capua, Leone Strozzi, fratello di Piero] ha lettere in cui Piero dice che è andato là su esplicita commissione dello stesso Re. Se i suoi avevano detto così, era solo perché non avevano ancora ricevuto quelle lettere. Su Monsignor de Ramon [Gabriel de Luetz, Baron et Seigneur d'Aramon et de Vallabregues, ambasciatore francese nell’Impero Ottomano, conosciuto come Gabriel d'Aramon, da cui l'italianizzazione in "Ramon"], il Casa ha inteso quanto segue: ave+K13ndo il Re di Francia, quando iniziò questa guerra in Germania [ovvero la guerra mossa da papa Paolo III, nato Alessandro Farnese, e dall'Imperatore Carlo V d'Asburgo contro i protestanti della lega di Smalcalda], scritto al Turco [il Sultano Solimano il Magnifico] che muovesse anche lui guerra [a Carlo V], il Turco aveva risposto che si sarebbe mosso purché il Re [di Francia] non si ritirasse poi subito. Il Valois aveva dato la sua parola su questo, ma aveva chiesto al Sultano di mandare "armata grossa per mare" e non per terra "allegandone questa ragione, che la guerra in Ungaria potrebbe essere causa di pace in Germania". Il sovrano ottomano, da parte sua, desiderava che il grosso della guerra si facesse per terra, e dunque mandava Ramon affinché "ragioni sopra questi dispareri et ritorni a referire". Nelle sue ultime lettere, il Casa aveva anche scritto che l’ordine, rivolto a due sicari, di uccidere Lorenzo de' Medici era firmato da Don Francesco [Francisco de Toledo, futuro viceré del Perù] o dal viceré [di Napoli, Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga]. Ha poi saputo che non era così, ma i due sicari affermano che l'ordine veniva direttamente da Don Francesco [cfr. la lettera del Casa del 2 ottobre 1546, incipit: "Questi imperiali non hanno ancora voluto pigliar ne la prima ne la seconda paga del deposito"]. Il pagamento dei 100000 scudi è stato fatto nelle mani di Don Diego [Hurtado de Mendoza, ambasciatore di Carlo V a Venezia], della qual cosa Sua Signoria [il Mendoza] è rimasta molto soddisfatta. In città vi sono però molti che desiderano la rovina dell'impresa [la guerra contro i protestanti]. Il Mendoza ha detto che sarebbe partito l'indomani mattina per Trento, insieme allo Spinello [Niccolò Spinelli, uomo mandato dal cardinal Alessandro Farnese, Segretario di Stato pontificio, col preciso compito di recuperare i denari dai mercanti], per fare lì il pagamento [sullo Spinelli e la vicenda del pagamento, cfr. Lorenzo Campana, Monsignor Della Casa e i suoi tempi, in "Studi Storici", XVI (1907), pp. 376 e segg.]. Il Patriarca di Aquileia [Giovanni Grimani, in quale prese possesso del patriarcato solo alla morte del fratello Marino, che ne era "administrator"] ha preso possesso spirituale del patriarcato, con qualche rischio, perché se i suoi uomini fossero stati meno attenti, quelli del Re dei Romani [Ferdinando I d’Asburgo] "harebbon fatto lor dispiacere". Inoltre gli agenti del Re hanno preso lo stesso possesso per un figlio del Re stesso [l’arciduca Carlo d’Asburgo, cfr. Karl Heinz Frankl, L’Impero e il patriarcato di Aquileia nell’epoca moderna, in AA. VV., ‘Aquileia e il suo Patriarcato’, Udine, Tavagnacco, 2000, pp. 470-471], ma quando il Patriarca lo aveva ormai già acquisito per sé.
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=10818
Nomi
  • [Mittente] Della Casa, Giovanni
  • [Destinatario] Farnese, Alessandro

Data indicizzazione: 09 ottobre 2021