Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Della Casa, Giovanni
Titolo
Lettera a [Guido Ascanio] Camerlengo [Sforza]
Data
Venezia, 3 novembre 1546
Descrizione
Nell'ultima lettera, che fu del 29 [ottobre], ha scritto il necessario sulla vicenda di Ceneda [Marino Grimani aveva emanato un proclama che obbligava a non ricorrere più in appello a Venezia, arrogandosi quindi la piena giurisdizione sulla città. La Signoria aveva allora deciso di togliere al vescovado il potere temporale] e non ha saputo altro. Il Patriarca di Aquileia [Giovanni Grimani] era deciso a presentarsi al papa [Paolo III, nato Alessandro Farnese] e ne aveva chiesto licenza alla Signoria, che gliel'aveva concessa. Ma poi un nobile aveva sostenuto nel Consiglio dei Dieci che, muovendosi il Grimani, c’era il rischio che i tedeschi annettessero il patriarcato al regno del Re dei Romani [Ferdinando I d'Asburgo]. Al suo posto doveva venire il fratello Vittorio, ma nemmeno lui si è mosso "dubitando che ciò che Nostro Signore [il papa] farà per la iurisidition di Ceneda fosse imputato a lui". Quanto al tedesco che il Camerlengo [Guido Ascanio Sforza] ritiene sia arrivato a Venezia, pare si tratti di una falsa opinione del cardinale di Trento [il vescovo Cristoforo Madruzzo, creato cardinale nel 1542] o forse di Mantova [l’ambasciatore gonzaghesco Benedetto Agnello]. Il sabato passato, i Capi hanno intimato a Piero Strozzi che se ne andasse ed egli si è recato, insieme a Cornelio Bentivogli, alla Mirandola, da dove ha mandato un cartello al conte Pier Maria [de' Rossi, conte di San Secondo, cfr. Francesco Trucchi, ‘Vita e gesta di Piero Strozzi fiorentino’, Firenze, 1847, pp. 43-47]. Non è escluso che egli torni a visitare la moglie [Laudomia de' Medici] ma il Casa non sa nulla di un suo eventuale viaggio a Costantinopoli. Quando il Re Cristianissimo [Francesco I di Valois] gli aveva chiesto come avrebbe fatto a giustificare la sua andata al campo del Langravio [Filippo d'Assia] senza sembrare un alleato dei protestanti, pare che lo Stozzi rispose di essere per sua indole naturale nemico dell'Imperatore [Carlo V d'Asburgo]. La Signoria avrebbe voluto far arrestare Maffio Bernardi, accusato di aver spedito a Costantinopoli lettere contro la Serenissima, ma non ha potuto. Un mese prima, alcuni nobili avevano chiesto al Casa se era vero che il papa volesse creare cardinale il Bernardi. Ha già scritto quanto sta a cuore al Doge [Francesco Donato] la causa del nipote, vescovo di Canea [Filippo Donato] e ha già supplicato Monsignor Farnese [il cardinale Alessandro, Segretario di Stato pontificio] di ricordarlo al papa. Il Generale di San Domenico [ossia il Maestro generale dell'ordine dei predicatori, la massima autorità dei frati domenicani. Nel 1546 tale carica era ricoperta da Bartholomé Texier] sta avviando la riforma dei frati di San Giovanni e Paolo [la Basilica dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia era sede di un convento domenicano]. Per via di Feltre arrivano lettere secondo cui Monsignor Legato [il vescovo Filippo Maria Campeggi] è partito il 23 [di ottobre]. Monsignor di Ciattiglion [l'abate di Châtillon-sur-Marne, cfr. Giovanni della Casa, ‘Galateo’, a c. di Stefano Prandi, Torino, Einaudi, 2000, pp. 30-31 e nota] è stato in Senato insieme all'ambasciatore [francese, Jean de Morvilliers] e ha portato lettere del Delfino [di Francia, Enrico di Valois].
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=10828
Nomi
  • [Mittente] Della Casa, Giovanni
  • [Destinatario] Camerlengo [Sforza], [Guido Ascanio]

Data indicizzazione: 09 ottobre 2021