Scheda risorsa
- Sito web
- Archilet
- Tipo risorsa
- Lettera
- Autore
- Farnese, Alessandro
- Titolo
- Lettera a Giovanni Della Casa
- Data
- Roma, 8 maggio 1546
- Descrizione
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Il Cardinal Farnese rende noto a Della Casa che Nostro Signore [Paolo III, nato Alessandro Farnese] ha letto la sua lettera del primo [maggio] inerente le decime [la Signoria di Venezia ha richiesto al papa la concessione di due decime per la necessità di rafforzare le proprie difese, cfr. lettera del 20 marzo 1546, dal cardinal Farnese a Della Casa, in ms. Vat. Lat., cc. 208r -209v, incipit: “Il Magnifico Orator Veneto ha fatto instantia a Nostro Signore”] e ne ha parlato nuovamente con il Clarissimo Imbasciatore [Giovanni Antonio Venier, ambasciatore veneziano a Roma dalla primavera del 1545] pregandolo di ripetere ai Reverendissimi Signori cardinali del Concistoro le motivazioni per cui il governo veneziano richiede le decime, dal momento che questi desiderano informazioni più dettagliate. Lo stesso cardinal Farnese cerca di adoperarsi in ogni modo per convincere il Concistoro ad accordare le decime a Venezia.
Il Casa deve cercare di indurre la Signoria ad estradare a Roma Francesco Strozzi [Francesco Maria di Soldo Strozzi, segretario dell’ambasciatore cesareo a Venezia, accusato di aver scritto il ‘Pasquino in estasi’, cfr. lettera del 20 marzo 1546, dal cardinal Farnese a Giovanni Della Casa, in ms. Vat. Lat. 14831, cc. 208r-209v, incipit: “Il Magnifico Orator Veneto ha fatto instantia a Nostro Signore”]. Qualora non dovesse riuscirci, dovrà occuparsi di svolgere il processo lì [a Venezia], con grande rigore e diligenza. Oltre ad alcune prove indiziarie relative alla vita dello Strozzi, ai suoi affari con gli Inglesi e all’epitaffio [contro Paolo III, trovatogli addosso al momento dell’arresto], ci sono delle testimonianze che il Casa dovrà utilizzare contro di lui, stando però attento a non rivelare il nome di Giovan Ramirez [Juan Ramirez, cfr. Celio Secondo Curione, ‘Pasquillus extaticus e Pasquino in estasi’, edizione critica e commentata a cura di Giovanna Cordibella e Stefano Prandi, Firenze, Olschki, 2018], un testimone che è anche un informatore dell’inquisizione e quindi rischierebbe di essere scoperto. Ci sono elementi più che sufficienti per convincere lo Strozzi ad ammettere di aver scritto la traduzione del ‘Pasquillo’ ['Pasquino in estasi'].
In merito al vescovo di Capodistria [Pietro Paolo Vergerio, denunciato per eresia nel dicembre 1544; il Il papa affidò l’iniziale svolgimento del processo al Della Casa e al patriarca di Aquileia Giovanni Grimani: cfr. lettera del 2 gennaio 1546, dal cardinal Farnese a Della Casa, in ms. Vat. Lat. 14831, cc.185r-186v, incipit: “Per le ultime di Vostra Signoria che sono de 24 del passato si è inteso quanto Monsignor di Monluc”] stupisce che si sia recato alla sua diocesi senza autorizzazione. Il nunzio dovrà procedere subito con il processo, ascoltare le sue parole di difesa e mandarlo a Roma non appena questo sarà terminato. Se Monsignor Patriarca [di Aquileia, Giovanni Grimani] non vorrà prendere parte al processo o non manderà un suo auditore ad assistere il nunzio, allora il Casa potrà scegliere qualcuno che lo sostituisca.
Paolo III chiede infine al Casa di prestare molta attenzione ai movimenti di Ludovico dalle Arme [Ludovico Dall’Armi, dal 1544 al servizio del re di Inghilterra Enrico VIII] soprattutto per tutela del Reverendissimo cardinale Polo [Reginald Pole, legato al Concilio di Trento, aveva espresso preoccupazione nei confronti del Dall’Arme poiché temeva potesse attentare alla sua vita]. - URL
- http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=12472
- Nomi
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- [Mittente] Farnese, Alessandro
- [Destinatario] Della Casa, Giovanni
Data indicizzazione: 11 giugno 2024