Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Cebà, Ansaldo
Titolo
Lettera a Sara (Sarra) Copia (Copio)
Data
Genova, 9 maggio 1620
Descrizione
La lettera, dall'esordio mitologico (Ansaldo richiamando Omero paragona sé stesso, nei confronti di Sara, allo sgraziato Vulcano seguito da un corteggio di splendide ancelle), passa pressoché subito a trattare dell'opportunità che la giovane destinataria si converta al Cristianesimo. Ella, che di Cebà è sempre stata e sempre rimarrà signora, reca infatti su di sé il peso di una catena ben più pesante di qualsiasi altro giogo, ossia la catena di una fede imperfetta. La seconda parte della missiva illustra un sospetto, sorto nella mente di Ansaldo, mortificante per la sua coscienza cristiana, cioè che Sara abbia talora creduto che, tramite i suoi ammonimenti, egli ambisca a ottenere una qualche forma di gloria personale, menando vanto di aver determinato una conversione illustre e preziosa. Professando, al contrario, il proprio disinteresse e la propria gratuita amorevolezza, Ansaldo - che si dice impegnato a morire da buon seguace di Cristo almeno quanto lo è nel distogliere l'amata Sara dalla religione ebraica - conclude che, se tale sospetto fosse veritiero, preferirebbe limitarsi a pensarla e non scriverle più. Alla lettera segue un post scriptum, aggiunto dopo che a Genova era pervenuta una missiva, da Venezia, di cui Cebà accoglie le parole con la medesima cura e riconoscenza che riserverebbe a delicatissime gemme. Tuttavia, poiché Sara in tale lettera scrive di essere pronta a deporre qualsiasi aspetto di sé non persuada Ansaldo, egli ribatte che inaccettabile gli riesce solo il suo credo, a lei nocivo e fatale. Pertanto, Cebà le offrirà un ulteriore aiuto, consistente in reiterate suppliche rivolte alla Vergine affinché infine la illumini.
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=14153
Nomi
  • [Mittente] Cebà, Ansaldo
  • [Destinatario] Copia (Copio), Sara (Sarra)

Data indicizzazione: 09 ottobre 2021