Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Grillo, Angelo
Titolo
Lettera a Matteo Baccellini
Data
Subiaco, [1600]
Descrizione
Angelo Grillo scrive a Padre Fra Matteo Baccellini [da Stia, frate francescano, trasferitosi a Parigi al seguito di Maria de' Medici come suo confessore] in giustifica di non poter comporre per le nozze Reali di Francia [fra Maria de' Medici e Enrico IV di Francia, firmate a Parigi nel marzo 1600, mentre le cerimonie ufficiali furono organizzate in Toscana e in Francia dal mese d'ottobre al mese di dicembre dello stesso anno: il matrimonio per procura ebbe luogo a Firenze in assenza del re il 5 ottobre nella cattedrale di Santa Maria del Fiore]. Inizia facendo riferimento a due lettere ricevute dallo stesso Baccellini nei giorni passati: la risposta alla prima ["Vostra Paternità con un mesto impeto di pena ha prorotto"] è stata affidata al suo Padre Guardiano [di S. Francesco a Subiaco, come riportato nella lettera con incipit "E così lecito domesticamente delirare per fede di amicizia, et d'amore"; non identificato] e dovrà giungere, anche se in ritardo, dal momento che è portata da qualcuno dei suoi frati, i quali sono soliti essere lenti a cavallo; l'altra ["È così lecito domesticamente delirare per fede di amicizia, et d'amore"] a Giovan Battista Strozzi, che dovrebbe ormai essere arrivata a destinazione. Questa che sta scrivendo invece, risposta a quella ricevuta il giorno prima, dice di indirizzarla a Padre Don Lorenzo [Fabri], come il Baccellini gli ha chiesto, e spera che arriverà a destinazione. Arriva all'argomento della lettera, dicendo che non risponde al sonetto per le Reali nozze, anche se lo vorrebbe: non si ritiene più in grado di fare poesia, dato che non compone versi se non per eliminarli. Aggiunge che le "Muse Toscane" si trovano tutte là, "a casa", per il matrimonio della "loro Real Figlia" [Maria de' Medici], a ispirare altri poeti dell'Arno, perché possano cantare di così felici nozze. Dice però di dolersi nel vedere guastato il canto nuziale da presagi di guerra, che fanno prevedere lamenti di un canto funebre. "Deus avertat omen", scrive, anche se per quanto riguarda la vita del Reale Sposo [Enrico IV] nessun muro o fortezza è più resistente del valore dei fedeli vassalli, armato di benevolenza e di vittorie. Grillo conclude che lui e gli altri poeti, lontani da Firenze, non canteranno, ma se non serviranno con versi, lo faranno osservando e ascoltando; e aggiunge che sarebbe più propenso a cantare per la gioia di una nuova pace, sperando che le nozze ne siano portatrici. [La lettera è databile al 1600 per i riferimenti alle nozze di Maria de' Medici e Enrico IV]. [Argomento, soprascritto alla lettera da Pietro Petracci: "Si giustifica di non poter comporre per le nozze Reali di Francia".]
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=14201
Nomi
  • [Mittente] Grillo, Angelo
  • [Destinatario] Baccellini, Matteo

Data indicizzazione: 09 ottobre 2021