Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Passerini, Pietro Francesco
Titolo
Lettera a Angelico Aprosio
Data
Piacenza, 12 dicembre 1654
Descrizione
Più di quattro mesi fa ha consegnato una copia del 'De pollutione ecclesiarum' a Orazio Nespoli affinché giungesse ad Aprosio per il tramite di mani sicure, e deve ora scoprire che il Ventimiglia non l’ha mai ricevuta. Se ne dispiace, e ha già sollecitato Nespoli “accioché veda, e truovi il male, dove è, e faccia ricapitar ciò che ha promesso”. Se poi si troverà ad avere “qualche buona commodità di pittore”, forse si farà fare un ritratto e glielo manderà, “per far parer più belli gli altri [della galleria di effigi di letterati che Aprosio va allestendo] all’incontro e paragone” del suo. Lo esalta il pensiero della “bellissima biblioteca” che Aprosio ha messo insieme, ma più godrebbe “della biblioteca vivente [cioè della presenza fisica del suo interlocutore]”, se ciò fosse possibile. Il [nuovo] vescovo [di Piacenza, Giuseppe Zandemaria] è un grande estimatore del Ventimiglia, e perciò non c’è da meravigliarsi che l’abbia nominato suo esaminatore; piuttosto, c’è da stupirsi che Aprosio già non sia stato preso in considerazione per esser fatto vescovo lui stesso. Anch’egli, comunque, è nelle grazie del nuovo presule e degli altri suoi “padroni et amici”. Sta bene di salute, che non è poco. Il duca [Ranuccio II Farnese] l’ha nominato suo “famigliare e consultore”. La sua lettura [di teologia morale] va di bene in meglio, mentre quella tenuta dai gesuiti va quasi deserta. Moltissimi eruditi gli hanno espresso le proprie congratulazioni per il 'De pollutione ecclesiarum', le cui copie, che egli aveva subito venduto in blocco a un libraio con un ricavo di cinquanta scudi superiore a quanto aveva investito nella stampa, già sono state quasi tutte smerciate nelle città circonvicine, e a un “prezzo più tosto caro, che vile”. [Antonino] Diana e [Zaccaria] Pasqualigo [gli] hanno “scritto tanto bene” a questo proposito, che quasi se ne vergogna. Così anche [Juan] Caramuel, che “nella seconda parte della sua 'Teologia fondamentale' ['Theologia moralis fundamentalis', p. II, Francoforte, Schonwetter, 1653]” lo loda più del dovuto. Ormai egli è corrispondente abituale di Caramuel, che attualmente è a Praga “vicario generale di quel regno [i.e. dell’archidiocesi di Praga], vescovo titolare [di Roscopolje, in partibus infidelium, con investitura imperiale e senza conferma pontificia] et abbate benedettino in Monte Serrato [i.e. dei monasteri di Praga e di Vienna appartenenti alla riforma di Montserrat]”, e che in una recente sua, del 4 maggio [1654], gli ha scritto esattamente: “Mirabitur fortasse posteritas in tanta terrarum distantia indulsisse nostris animis Deum tantam ingeniorum, affectuumque similitudinem; quoniam quae a te conscripta, ita cooptantur menti meae, ut mea iudicem, et ne decipi videar, mea assensu, et approbatione illa faciam”. Sta lavorando al De reconciliatione ecclesiarum. E Aprosio che fa? Non è che, per curare troppo assiduamente la sua biblioteca, si sia distratto dal comporre?
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=1426
Nomi
  • [Mittente] Passerini, Pietro Francesco
  • [Destinatario] Aprosio, Angelico

Data indicizzazione: 09 ottobre 2021