Scheda 57 di 67
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Passerini, Pietro Francesco
Titolo
Lettera a Angelico Aprosio
Data
Piacenza, 15 ottobre 1655
Descrizione
Ringrazia per la lettera che Aprosio gli ha mandato. Apprende che “l’amico è a Roma a farsi maestro” e auspica che diventi maestro “anche nella costanza e sodezza con chi deve”. [Juan] Caramuel, “proveduto da Nostro Signore [Alessandro VII] d’un tal vescovato, od arcivescovato in Ungaria”, gli dicono che al momento sia a Napoli per svago, ma che debba tornare a Roma, dove pare che il pontefice lo voglia trattenere e, altri sostengono, farlo cardinale (diceria a cui però Passerini non dà credito). Ha spesso sue lettere, “sempre cortesissime, ingegnosissime”, ricolme d’affetto e di stima. Recentemente ha avuto anche la seconda parte della sua 'Teologia fundamentale morale' ['Theologia moralis fundamentalis'], Francoforte, [Schonwetter, 1653] stampata due anni dopo la prima parte, dove ha fatto di lui “un’honoratissima memoria”. Ha anche pubblicato “questo stesso anno, parimente in Francfort, [Schonwetter, 1655], un altro volume in foglio intitolato 'Herculis logici labores tres', “che seguita alla sua 'Logica' e 'Metalogica'” e che gli dicono “essere bizzarrissimo soggetto”. Manderà subito il “piego” di Aprosio a [Ottavio] Porro e farà tutto il possibile per “veder ricuperata da suoi padri” S. Margherita [di Piacenza] e “godervi per superiore” il Porro. Si professa “certissimo” che Aprosio “troppo [l’] honorarà” nella ristampa dello 'Scudo di Rinaldo'. Purtroppo è vero che sono morti i teatini [Antonino] Mosca e [Crisanto] Solari, quest’ultimo suo compagno di ammissione nel Collegio dei Teologi [di Piacenza]. Si duole moltissimo alla notizia della morte di [Giacomo Filippo] Tomasini e si chiede “che sarà della terza parte de’ suoi elogi”, fra quali vi è anche il suo, grazie appunto alla raccomandazioni di Aprosio. Gode di poca salute. Anche Bernardo Morando è stato malato: benché ora non abbia più febbre, teme di tardi o non più riaversi, data la sua “età matura”. Il nuovo vescovo [di Piacenza, Giuseppe Zandemaria] “non è ancora gionto di residenza alla sua Chiesa”, ma lo si aspetta tra due giorni: “è tutto giesuita, più che il monarca de’ solipsi”, e perciò c’è da chiedersi fino a che punto li favorirà. Ha già dato segno di voler privilegiare la loro lettura morale a discapito di quella tenuta da Passerini, che non vuole più insegnarvi, se essa non sarà “mantenuta con tutte quelle prerogative” che furono stabilite dal suo fondatore [Alessandro Scappi] e che sono state conservate sinora. Se non leggerà lui, però non leggerà neanche altri, perché tale lettura gli fu assegnata a vita, o sino a sua spontanea rinuncia, che certo non vuol presentare. Anche se non dovesse più insegnare a Piacenza, lo farà comunque “nello studio pubblico di Parma”, dove il duca [Ranuccio II Farnese] gli ha conferito “una lettura di legge canonica” che, sebbene ufficialmente seconda (la prima essendo tenuta, da più o meno un quarto di secolo, da un titolare [Orazio Araldi] ormai davvero “carico d’età”), “tuttavia di provisione et in tutto altro sarà uguale alla prima”, con in più la disponibilità di un alloggio o il fitto corrispondente, come si usa coi forestieri. Né per questo rinuncerà al beneficio parrocchiale [di S. Protaso] in Piacenza, finché almeno non sarà “provisto d’altro buon beneficio”, anche perché starà a Parma solo “al tempo delle lettioni, e fuori di quello in Piacenza”. Sicché il conte [Giulio Clemente] Scotti a Padova e lui a Parma avranno la medesima titolarità. Certo che il duca, nell’assegnargli lo stesso compenso riconosciuto al primo lettore e nel dargli in più la casa, l’ha trattato assai bene; ha però aggiunto che va pensando di provvederlo ancor meglio.
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=1432
Nomi
  • [Mittente] Passerini, Pietro Francesco
  • [Destinatario] Aprosio, Angelico

Data indicizzazione: 09 ottobre 2021