Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Lampugnani, Agostino
Titolo
Lettera a Angelico Aprosio
Data
Bologna, 19 novembre 1641
Descrizione
Eccolo mantenere quanto promesso nella sua ultima lettera [invia cioè l’elogio di cui nella missiva del 12 novembre 1641, ora non più allegato]. A questo proposito, commenta: “Ho compilato il mio poco, appetto al molto che dovrei haver fatto ad honore di tanta Academia [degli Incogniti]”. E sottolinea: “Currenti calamo scripsi, quicquid venit [in] buccam [eco di Cic., Att. 1, 12, 4]”. Immagina dunque che il testo ora spedito al Ventimiglia avrà “bisogno di essere dal suo purgato giudicio abburattato”. Gli dà dunque piena libertà di “aggiustar il tutto”. E ancora osserva, alludendo al proprio posto nel “virtuosissimo liceo” [degli Incogniti]: “Avverrà che, come al mercato, tanto è mercante chi poco e vili merci traffica, quanto chi assai e riguardevoli arredi maneggia” [metafora ripresa dall’allora appena pubblicata 'Lettera intorno alcune difficoltà della lingua italiana', Bologna, Tebaldini, 1641, p. 9]. Se avesse avuto libertà di farlo, sarebbe venuto [a Venezia] “di presenza, essendo l’occasione urgente”, ma, almeno per ora, ciò non gli è possibile. Si propone di farlo dopo le feste natalizie, accompagnato dal “padre lettore” [Girolamo] Bendandi. Porterà allora con sé “quanto promesso” [cioè il manoscritto dell’'Antiocchiale, overo risposta in difesa del cavalier Marini intorno all’Adone fatta da Balbino Balbucci', ms. Genova, Biblioteca Durazzo, 153 (B.III.13)]. Al momento si sta occupando del trattato d’amore [che s’intitolerà in seguito 'Squittinio d’amore. Opera academica', Bologna, Tebaldini, 1643], poi si metterà a rivedere i 'Diporti' [più tardi a stampa come 'Diporti academici avuti in diverse academie', Milano, Monza, 1653], per avere tutto pronto al momento di pubblicare. Il volume degli 'Strali' [qui intendendo la seconda parte, destinata a rimanere inedita, dei 'Sette strali d’amore vibrati da Giesù Christo in Croce all’anima fedele', Bologna, Ferroni, 1640, quella cioè intitolata 'Stimoli all’anima fedele per infervorarla alla divotione del Santissimo Sagramento dell’altare'] è invece completamente fermo, mancando a Lampugnani il tempo “di rivederlo e fargli le tavole” [cioè gli indici]. Con l’ultimo ordinario della posta ha scritto a S. Giorgio [Maggiore di Venezia] per farsi mandare “un libretto costì stampato” [Costantino Gaetani, 'De religiosa sancti Ignatii sive sancti Enneconis fundatoris Societatis Iesu per patres Benedictinos institutione, deque libello exercitiorum eiusdem ab exercitatorio Garciae Cisnerii magna ex parte desumpto', Venezia, Tomasini, 1641], che tratta degli esercizi spirituali che i gesuiti dicono essere parto “del loro santo Ignatio” [Ignazio di Loyola] e invece furono composti “da un nostro monaco” [il benedettino Garcia de Cisneros]. Aprosio cerchi di procurarsene un paio di copie, una per sé, “che vedrà gran cose”, e l’altra per Lampugnani, nel caso che i suoi confratelli di S. Giorgio non compissero la commissione. Invia anche alcuni “versi” [non più allegati], scritti in suo onore da un [non meglio specificato] “amico” [gli unici in lode di Lampugnani che a tutt’oggi si sanno noti ad Aprosio sono quelli di Cesare Scrosati, poi riversati dal Ventimiglia nella Biblioteca aprosiana, Bologna, Manolessi, 1673, pp. 298-299]. Che Aprosio li giudichi e li utilizzi come meglio crede.
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=3101
Nomi
  • [Mittente] Lampugnani, Agostino
  • [Destinatario] Aprosio, Angelico

Data indicizzazione: 09 ottobre 2021