Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Tasso, Torquato
Titolo
Lettera a Luca Scalabrini (Scalabrino)
Data
Ferrara, 9 aprile 1576
Descrizione
Torquato Tasso, ricordando insieme a Luca Scalabrini (Scalabrino) l'osservazione fatta da Marguttino sulla prima lettera alfabetica del poema ['Gerusalemme liberata'], afferma che gli risponderà con "dieci righe, o pur una lettera intera profumatissima cortigiana". Citando poi l'emistichio "pereat qui crastina curat" ['Cupa Surisca', dalla 'Appendix Vergiliana', v. 38], Tasso afferma di essere insieme cristiano ed epicureo, per cui si confessa solitario, restio "a l'ossequio" nonostante le "sberettate" dell' "Altissimo" [Antonio Montecatini, secondo Solerti], ma anche poco modesto, soprattutto dopo che "tre astrologi" gli hanno predetto il suo futuro successo letterario. Afferma che Leonora [d'Este], godendo ora dell'"eredità de la madre" [Renata di Valois-Orléans, principessa di Francia], gli promette aiuto; e che anche la duchessa di Urbino [Lucrezia d'Este] gli assicura, per mezzo di una "lunga lettera" ricevuta il giorno prima, di intercedere per lui "co 'l fratello" [Alfonso II d'Este, duca di Ferrara], ed ironizza sulla lentezza nello stampare che la duchessa [Lucrezia d'Este, duchessa di Urbino] gli rimprovera. Tasso informa Scalabrini del nuovo arredo della sua "camera estiva" e del viaggio, voluto dal "conte Ferrante" [Ferrante Tassoni, conte di Castelvecchio], che l'indomani intraprenderà per Modena, dove resterà "a fare le feste" [di Pasqua], "fino all'ottava di Pasqua". Chiede dunque che le lettere gli vengano spedite a Modena per mezzo di Ercole Tassone; ma preferisce che "i canti" [della 'Gerusalemme liberata'] siano inviati a suo nome a Ferrara, dove ha dato disposizioni a Battista perchè li dia poi ad Ariosto [Orazio], che deve essere informato del tutto da Scalabrini. Tasso afferma di aver ricevuto la lettera di Scalabrini e quella di Flaminio [de' Nobili], ma poiché troppo complesse anche per Salomone, afferma di non aver capito né queste né la lettera "de l'ordinario passato", spiegando la confusione creatasi tra il giudizio sulla lettera e sul sonetto, e tra il nominare prima Sperone [Speroni] e poi il Signore [Scipione Gonzaga]. Sapendo che la sua risposta non piacerà a Sperone [Speroni], chiede a Scalabrini di difenderlo, e anche di raccomandarlo "a l'Ingegniero" [Angelo Ingegneri]. Nel poscritto chiede a Scalabrini di venire a Ferrara, desiderandolo anche "messer Camillo e messer Ottavio"; gli chiede di informare "il Signore" [Scipione Gonzaga] "del giudicio che lo Sperone [Speroni] fa de l'episodio di Sofronia", e della propria risoluzione a difendere l'argomento amoroso servendosi di Aristotele e Platone, ricordando che Sperone [Speroni] ebbe la sua stessa opinione "contra il Pigna [Giovan Battista]". Afferma infine di aver letto e apprezzato "la scrittura" ['Trattato dell'amore umano'] di Flaminio [de' Nobili]. [Il Codice Falconieri integra i puntini di sospensione che sia nell'edizione di Guasti che nella stampa bergamasca silenziano parole scurrili; il Codice Falconieri difetta dell'ultimo periodo del poscritto: "orsù...pedanti"].
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=8237
Nomi
  • [Mittente] Tasso, Torquato
  • [Destinatario] Scalabrini (Scalabrino), Luca

Data indicizzazione: 09 ottobre 2021