Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Fontanelli, Alfonso
Titolo
Lettera a Ridolfo Arlotti
Data
Modena, 27 luglio 1601
Descrizione
Conferma di aver ricevuto la lettera inviata dall’Arlotti sul punto di partire da Tivoli, con la quale gli mandava la “Canzone delle Rosa” [di Giovan Battista Marino, incipit: "Hor che d'Europa il Toro", edita nella princeps ?Rime di Gio. Battista Marino, amorose, marittime, boscherecce, heroiche, lugubri, morali, sacre e varie. Parte seconda', Venezia, Ciotti, 1602, pp. 63-69]. Giudica il componimento molto leggiadro e ammette di essere invogliato a leggere altre liriche di questo autore. Riferisce anche di aver discusso della lirica presso la villa dei Galli dei Marchesi Coccapani con [Guidubaldo] Bonarelli e [Nicola] Parma. Informa il corrispondente che il Bonarelli si è trattenuto alla villa in attesa del passaggio del cardinale [Federigo] Borromeo, il quale tuttavia non è ancora giunto. Tale ritardo si deve forse, secondo quanto ammesso dal cavalier [Ercole?] Cortile, ad una deviazione del Borromeo passato per Lucca per “ragione di que’ bagni”. Egli tuttavia non avvalora tale ipotesi. Ha inoltre fra le mani, aggiunge, un’orazione del conte [Bonarelli; si tratta forse dell’orazione inaugurale che questi pronuncerà presso l’Accademia degli Intrepidi: ?Orazione del conte Guidubaldo Bonarelli, detto l’Aggiunto. Recitata nell’aprire l’Accademia degl’Intrepidi', Ferrara, Baldini, 1602]. Esprime il proprio compiacimento nei confronti dell’orazione, ricca di “concetti tanto peregrini che è cosa mirabile” e si duole di non poterla mandare al corrispondente per rispetto del Bonarelli, il quale si è impegnato con l’Accademia a non diffondere il testo prima della stampa. Accenna al fatto di aver scritto brevemente al cardinal [Odoardo] Farnese. Ammette di non essere sicuro di compiere un soggiorno a Vallestra [castello in zona montuosa che faceva parte dei possedimenti degli Este]. Confida nel buon successo degli affari di [Federico] Zuccari [alcune indicazioni sulla cerchia culturale lombarda all’interno del quale lo Zuccari era stato accolto nei primi anni del diciassettesimo secolo in Roberta Ferro, ?Federico Borromeo ed Ericio Puteano. Cultura e letteratura a Milano agli inizi del Seicento', Roma, Bulzoni, 2007, pp. 236-237 e in Elisabetta Selmi, ?Testimonianze epistolari per questioni di “primato” nella tradizione dell’idillio fra Tasso, Marino e i poeti emiliani', “Studi Tassiani”, 56-58, 2008-2010, pp. 376-377], il quale poteva godere del sostegno del Cardinale [Alessandro d’Este], dell’Arlotti stesso e dell’Auditore [probabilmente Ludovico Arlotti, cfr. Giovan Mario Crescimbeni, ?Comentarj dell’Istoria della volgar poesia', 4, Venezia, Basegio, 1730, p. 263]. Aggiunge che [Girolamo] Rusticucci [cardinale e noto mecenate di opere pittoriche] si è messo a sua volta a disposizione dello Zuccari. Chiede al corrispondente di raccontargli come trascorra i suoi giorni a Tivoli; per parte sua gli racconta la sua tipica giornata: si sveglia “a undici ore”, gira per la città con dei gentiluomini modenesi, una volta tornato a corte “gioca a sbaraglino”, pranza, si ritira qualche ora, quindi passa il pomeriggio a pensare, leggere e scrivere, fino a che non si reca a “servire”; dopo di che dà udienza a coloro i quali durante il giorno non sono stati ricevuti e quindi gioca “al maglio” finché non giunge il momento di andare a coricarsi.
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=9434
Nomi
  • [Mittente] Fontanelli, Alfonso
  • [Destinatario] Arlotti, Ridolfo

Data indicizzazione: 09 ottobre 2021