La vita artistico-letteraria romana a cavaliere fra il XVI e il XVII secolo coincide a grandi linee con il pontificato di Clemente VIII (1592-1605) ed è fortemente influenzata dall’attivo mecenatismo dei due cardinali nipoti Cinzio Passeri e Pietro Aldobrandini. Se la successiva stagione barberiniana ha goduto, nell’ambito degli studi sulla storia della letteratura nella città dei papi, di una certa attenzione negli ultimi decenni, non altrettanto invece si può dire circa l’età clementina: che, pur illuminata da puntuali affondi su singoli autori – Torquato Tasso in primis – e dal recente lavoro di C. Robertson (‘Rome 1600’) sulla distribuzione geografica entro Roma del mecenatismo artistico, ancora resta in attesa di un’organica ricostruzione storico-letteraria e di una nitida definizione critica. Nell’affrontare la ricerca si intende adottare una prospettiva che valorizzi il rapporto fra l’attività letteraria e il mecenatismo nobiliare-cardinalizio, così da delineare con chiarezza il rapporto fra gli autori che attraversarono quella stagione e la costruzione del prestigio culturale e al contempo politico da parte del patriziato romano e dei porporati legati alla corte papale.