L'Occhiale di Stigliani, pubblicato nel 1627, diede avvio alla prima riflessione critica sull''Adone di Marino. Stigliani depositò in quest'opera una lunga e fedele pratica con la norma aristotelica, mediata da un intenso studio del commento di Ludovico Castelvetro alla Poetica, che dettò la struttura della Prima censura e la disamina universale del poema mariniano. La prima sezione dell'Occhiale assume i tratti di un compendio dell'arte poetica, integrato con i principi della retorica classica e con alcuni frutti del dibattito cinquecentesco sul poema epico cavalleresco. Nella Seconda censura, Stigliani ripercorre puntualmente i canti dell'Adone, mettendo in luce i furti dell'avversario e i minuti errori retorici e lessicali. L'Adone viene così letto attraverso una rigida lente normativa, in grado però di svelarne il rapporto con la tradizione, in rottura e in continuità. A supporto della ricerca viene inoltre in aiuto la grande messe di materiale lasciato da Stigliani sotto forma di appunti, postille e manoscritti: la bozza di un mai concluso trattato sull'arte poetica, la Replica alle difese dell'Adone di Scipione Errico e Girolamo Aleandro e le annotazione ai margini delle opere mariniane, di testi di studio (come il già citato commento di Castelvetro) e di un esemplare dell'Occhiale. Il commento mira quindi a fare sintesi dei dati forniti dai modelli precettistici e interpretativi di Stigliani e di quanto possono dire i testi pubblicati in risposta all'Occhiale circa le prime fasi della ricezione dell'Adone.

1. Federica Chiesa, Stigliani e Castelvetro: alcune osservazioni sul postillato della Poetica di Aristotele vulgarizzata et sposta, in «Studi secenteschi», LXIV (2023), (in corso di stampa).
2. Federica Chiesa, I postillati di Tommaso Stigliani, «Studi secenteschi», LXIII (2022), pp. 301-309.