Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Cebà, Ansaldo
Titolo
Lettera a Sara (Sarra) Copia (Copio)
Data
Genova, 31 agosto 1619
Descrizione
Cebà apre la lettera con una metafora nautica: per attestare la sua fedeltà e assiduità di corrispondente, afferma che la sua flotta solca di frequente le acque del Mare Adriatico. Osserva tuttavia con amarezza che di rado Sara fa tesoro delle merci che le navi le portano, cioè (fuor di metafora) sfugge ai ripetuti inviti alla rinuncia alla fede ebraica. Il legame tra i due interlocutori a distanza sembra pertanto una conversazione fra amanti le cui lingue (e i cui desideri) non si corrispondano. Cebà, deciso a consacrare la nobiltà di Sara con la penna (e in ansia per la sua salute fragile, che, esponendola al rischio di una morte precoce rispetto alla conversione, la espone altresì al rischio della dannazione), le garantisce memoria e gloria imperiture se ella, accogliendo Cristo, consentirà ad Ansaldo di lodarla infine appieno. In chiusura di lettera, Cebà garantisce a Sara la robustezza delle amicizie su cui può contare a Genova, proclamandosi ancora il suo servitore più fidato e fedele. In calce sono trascritti un sonetto della giovane ebrea, "Se mover a pietà Stige ed Averno" e, con le medesime rime, il sonetto del genovese "Non fu pietà giamai, che de l'Inferno". In entrambe le liriche si rammenta il defunto fratello di Ansaldo.
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=10577
Nomi
  • [Mittente] Cebà, Ansaldo
  • [Destinatario] Copia (Copio), Sara (Sarra)

Data indicizzazione: 09 ottobre 2021