Scheda risorsa
- Sito web
- Archilet
- Tipo risorsa
- Lettera
- Autore
- Della Casa, Giovanni
- Titolo
- Lettera a [Guido Ascanio] Camerlengo [Sforza]
- Data
- Venezia, 4 dicembre 1546
- Descrizione
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Monsignor Farnese [il cardinale Alessandro, Segretario di Stato pontificio] è partito [da Venezia, dove era stato in visita, cfr. la lettera del Casa del 27 novembre 1546, incipit: "Monsignor Reverendissimo et Illustrissimo Farnese arrivò qui il lunedì passato"] il sabato precedente [il 27 novembre] per arrivare a Roma e ha spedito Giuliano Ardinghelli da Ravenna a Parma. Il vescovo di Trento [il cardinale Cristoforo Madruzzo] e Don Diego [Hurtado de Mendoza, ambasciatore di Carlo V a Venezia] partirono per Trento lo stesso giorno, come già scritto. Un amico del Casa gli ha riferito che l'ambasciatore francese [Jean de Morvilliers] ha avuto ordine dal suo Re [Francesco I di Valois] di trattare un'alleanza con la Signoria: il Casa ha scoperto che in Pregadi [Senato] si è discusso molto di questioni francesi, ma non a questo proposito. Infatti il Turco [il Sultano Solimano il Magnifico] ha richiesto alla Signoria una fornitura di ancore e sartie per i suoi galeoni e, non riuscendo il Consiglio dei Dieci a prendere una decisione, la questione è arrivata appunto in Pregadi dove sembra prevalere l’opinione negativa. Tuttavia questa richiesta è apparsa strana e sembra fatta per istigare i francesi e mettere in difficoltà la Signoria. Sembra inoltre che essa non ami granché i francesi in quanto tali, dopo che essi hanno bloccato alcune navi veneziane dirette in Inghilterra, ma li sopporti in quanto nemici di Sua Maestà [Carlo V d'Asburgo]. Parlando col Morvilliers, il Casa, dopo avergli esposto la soddisfazione del cardinal Farnese per la visita che il Morvilliers gli aveva fatto, ha sostenuto che fosse necessario mantenere buoni i rapporti tra il Valois e il papa [Paolo III, nato Alessandro Farnese]. Nondimeno egli non poteva nascondere la voce secondo cui il Morvilliers aveva l'ordine di cui sopra e che credeva fosse proprio compito "non lasciar nascere alcuna suspitione nella mente di Sua Beatitudine [il papa]". L'ambasciatore aveva risposto che i principi devono pensare ai loro tornaconti, ma che egli non aveva altro ordine se non di confermare l'affetto e l'amicizia fra il Valois e la Serenissima. Al Casa la risposta è parsa piuttosto fredda, non sa se per la natura del Morvilliers o perché "il vero non si possa così efficacemente negare". Un amico del Casa ha detto che l'ambasciatore francese aveva ordine di chiamare il conte della Mirandola [Galeotto II Pico] e con lui negoziare la lega coi veneziani: il conte è effettivamente venuto [a Venezia] e al Casa è parso strano che fosse lì solo per visitare Piero Strozzi. Il conte ha inoltre desiderio di ottenere 18 pezzi di artiglieria depositati a Crema dal re di Francia anni fa e dei quali si è addirittura persa la cedola del deposito: il Morvilliers ha ordine di recuperarli e consegnarglieli. Il Casa farà tutto il possibile per capire se davvero si stia trattando questa lega [tra la Francia e Venezia], anche se crede sia impossibile che si concluda perché pare "che questa Repubblica si muova per l'utile solo, et massime per l'utile certo e presente, come dichiarò apertamente la compera di Marano [sulla vicenda, cfr. Elisa della Mea, Beltrame Sacchia e la riconquista di Marano, in "Ce Fastu?", Rivista della Società Storica friulana, LXXXVIII (2012) 2, pp. 213-239] con sì poco rispetto di Sua Cesarea Maestà [Carlo V d'Asburgo] e del Re dei Romani [Ferdinando I d'Asburgo]" e non si vede come questo utile possa venire dai francesi o dagli imperiali. Chiede al Camerlengo [Guido Ascanio Sforza] che gli ordini espressamente cosa fare in caso queste trattative fossero reali. Lodovico dall'Arme sostiene di essere stato dai Capi insieme a Piero Strozzi e a Monsignor Ciantiglion [l'abate di Châtillon-sur-Marne, cfr. Giovanni della Casa, ‘Galateo’, a c. di Stefano Prandi, Torino, Einaudi, 2000, pp. 30-31 e nota] per chiedere che essi si alleino col Re [di Francia], includendo nell'alleanza anche il Turco: non ci sono prove di questa notizia e il Casa crede che non sia vera. Si è informato sul motivo del lungo soggiorno a Venezia dell’abate: sembra che stia per cedere al Re [di Francia] alcune fortezze in cambio di denaro. L'ambasciatore dal Campo Cesareo [Alvise Mocenigo], con una lettera del 20 [novembre], ha avvisato i Capi che Carlo V è molto adirato con loro per come si stanno comportando nei suoi confronti e il Senato si è stupito e rammaricato di ciò. Inoltre pare che l'Asburgo, e anche di ciò i Capi si sono dispiaciuti, stia cercando di accordarsi con una parte della Germania per sconfiggere più facilmente il Langravio [Filippo d'Assia]; tuttavia al Mocenigo la cosa sembra difficile. Il Camerlengo ne avrà comunque notizie più precise dal Verallo [Girolamo, nunzio apostolico in Austria]. Piero Strozzi è ancora a Venezia ma lamenta di essere trattato con freddezza per rispetto verso Carlo V. Egli ha poi mandato Domenico Arriano in Francia, per chiedere a Monsignor Dolfino [il Delfino di Francia Enrico di Valois] se ha bisogno di lui: nel caso, egli sospenderà la querela che ha con il Conte di San Secondo [Pietro Maria de' Rossi, cfr. Francesco Trucchi, ‘Vita e gesta di Piero Strozzi fiorentino’, Firenze, 1847, pp. 43-47]. In assenza di ordini precisi, il Casa non ha chiesto ai senatori un'opinione su quello di cui il Camerlengo gli aveva parlato nella lettera del 20 [novembre, contenuta in Vat. Lat. 14831, c. 321. In essa si chiedeva al Casa di informarsi su cosa pensassero i veneziani del fatto che il papa cercasse di mediare la pace tra Carlo V e Francesco I]: considerato però quanto spiacque loro il primo atto, è molto probabile che spiacerà loro anche il secondo. Il signor Don Bernardo di Mendoza, fratello di Don Diego, è arrivato con le galere a Genova, e pare che verrà a Venezia a visitare appunto il fratello. Un Maestro dei corrieri di Sua Maestà [Carlo V] dice di avere lettere dal campo [gli accampamenti della lega antiprotestante tra papa e imperatore] del 25 [novembre] nelle quali si dice che il Langravio si stava ritirando verso Vitimbergh [Wittemberg] e da Mantova giungono avvisi simili, che il Casa allega. Il cardinal Farnese ha mandato al Casa delle scritture appartenenti a Maffio Bernardi da consegnare al Principe [il Doge Francesco Donato], il quale ringrazia. Non può scrivere altro di messer Cherubino [Sforzani, detto il Parolaio, orologiaio del papa; cfr. Antonio Bertolotti, Le arti minori alla corte di Mantova nei secoli XV, XVI e XVII, in "Archivio Storico Lombardo", vol. V a. XV, 1888, pp. 502-503], non essendo comparso Geronimo Parolario. I denari di Don Teophilo [Sforzani, monaco benedettino del convento di Santa Giustina a Padova e fratello di Cherubino] sono in mano di Giovanni di Fede dopo il sequestro ordinato dal Casa stesso; questo Giovanni dice di non avere più i soldi, sequestrati dai Cattaveri [ufficiali con compiti di controllo sull'entrata e sulla spesa pubblica], ma pare che in realtà egli favorisca i fratelli di Cherubino contro di lui. Il Casa cercherà di fare in modo che gli scudi arrivino al Camerlengo [sulla vicenda, cfr. la lettera del 7 novembre del Camerlengo al Casa contenuta in Vat. Lat. 14831, c. 315]. La causa del vescovo di Capodistria [Pier Paolo Vergerio] non va bene così, anche perché egli "non si tempera" di andare alla sua sede vescovile il che è una spesa per la Sede Apostolica e "gran danno di quelle anime". La riduzione dell'Abbazia della Verace Croce, che appartiene a Gherardo Busdraghi [auditore del Casa], è ora nelle mani del Camerlengo e del vescovo di Rimini [Ascanio Parisani]: poiché ama il Busdraghi come figliuolo o fratello, supplica il Camerlengo di favorire per quanto possibile questa riduzione. Ha già scritto al cardinal Farnese quanto il vescovo di Canea [Filippo Donato] sia caro al Doge, il quale ha chiesto al Casa di intercedere presso il papa perché egli possa affittare il vescovato pagando in anticipo, come Carlo [Gualteruzzi] da Fano anticiperà meglio: il Casa giudica che sia una grazia molto appropriata. I protestanti dicono che 20000
- URL
- http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=10834
- Nomi
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- [Mittente] Della Casa, Giovanni
- [Destinatario] Camerlengo [Sforza], [Guido Ascanio]
Data indicizzazione: 11 giugno 2024