Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Dolce, Lodovico
Titolo
Lettera a Antonio Governi
Data
Venezia, [s. d.]
Descrizione
Lodovico Dolce scrive ad Antonio Governi, il quale gli ha scritto una lunga lettera di lodi di Alessandro Contarini, come se Dolce fosse l'unico a non essere a conoscenza delle di lui doti; ci deve aver messo così tanto a scriverla, afferma, che deve aver superato il più lungo dei domini territoriali. Dolce avvisa Governi che le capacità di Contarini sono note a tutto il mondo, specialmente quelle relative alle battaglie in mare e alla scienza marinaresca in generale, dove non ha eguali, "o pochi pari". Questa è una dote che ha sempre fatto parte della famiglia in cui è nato Contarini, ma sembra che in lui abbia raggiunto l'apice; ha inoltre un "maturio giudicio" per preparare le imprese e portarle a termine. La sua dote principale è quella di essere ammirato e temuto da chi lo serve; chiunque lo serva, che sia punito o premiato da Contarini, non smette mai di celebrarlo. Se la fede cristiana avesse avuto a disposizione più uomini come Contarini ormai sarebbe già diffusa per tutta l'Asia, e il santo sepolcro conquistato; ma i cieli sono sempre stati "scarsi di sì fatte gratie", quindi Dolce spera che Dio lasci Contarini in vita il più a lungo possibile. Dolce ha preso atto che Cristoforo Canal, nipote di Girolamo Canal, ha dimostrato doti degne non solo di un gentiluomo o di un sopracomito di una galea, ma addirittura di un capitano; non ne è sorpreso, perché l'ha conosciuto da giovane, e già vedeva in lui tutto questo. Ringrazia quindi Governi di avergli dato tante informazioni riguardo a Canal, e afferma che nessuna notizia che arrivi da lui sarà mai bella quanto una che riguarda Canal. Due giorni prima ha ricevuto due sonetti di [Pietro] Bembo, che manda ora a Governi, e gli chiede di tenerli tra le sue cose più care. Ammette poi che in questo momento non sta facendo niente di interessante; aspetta il ritorno di Governi, immaginando che avvenga dopo la consegna di Nauplia [città del Peloponneso, consegnata dai veneziani ai turchi nel 1542; le trattative dell'operazione iniziarono nel 1540, la lettera va quindi datata tra il 1540 e il 1542]. Dolce chiede a Governi di non lamentarsi perché Dolce gli scrive poco, visto che lo ha appena fatto; a Venezia c'è "un certo Pedante" che ha la virtù di scrivere versi di quindici sillabe, e che afferma che la prosa vada copiata dal "Poliphilo" ['Hypnerotomachia Poliphili', Venezia, Aldo Manuzio il Vecchio, 1499], mentre dice che Boccaccio "fu un Barbagianni" ignorante in grammatica. Dolce aspetta il momento in cui Governi potrà godersi questo Pedante con la "bella vena di pazzo".
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=12112
Nomi
  • [Mittente] Dolce, Lodovico
  • [Destinatario] Governi, Antonio

Data indicizzazione: 09 ottobre 2021